Davide Savorelli nasce nel cuore della Pianura Padana, a cavaliere tra Lombardia, Veneto ed Emilia, in un nevoso giovedì di gennaio. Si ostina a vivere tuttora ma poi, vittima come tutti del decadimento e dell’entropia, morirà. Ha scavallato la cinquantina ed è scioccamente persuaso che d’ora in poi la sua esistenza sarà tutta in discesa: un povero illuso, insomma. Dopo gli studi matti e disperatissimi nelle materie classiche, pur di non lavorare, ha optato per la professione giornalistica. Aduso ai piaceri di Bacco e Tabacco più di quanto sia lecito e più di quanto non voglia egli stesso ammettere, mentre stendasi un velo pietoso sulle faccende di Venere, ha l’incomprensibile pallino di voler comporre racconti e romanzi. In tale attività ha ottenuto anche qualche soddisfazione, alcuni premi e perfino un paio di pubblicazioni. Proprio tali pubblici riconoscimenti, purtroppo, lo fanno illudere di essere un autore niente male, con tragiche ricadute sul suo ego e sulla sua ingiustificata vanità intellettuale. Pertanto, incoraggiato dall’eccessiva, condiscendente e forse anche pietosa benevolenza dei suoi lettori, continuerà malauguratamente a scrivere, con grave nocumento per le patrie lettere e l’italica lingua.
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