Granello illogico in vaso di sabbia

L’autore presenta sé stesso in questa prima raccolta di poesie. In particolare, Granello illogico in vaso di sabbia, prende un abbozzo di forma intorno ai 20 anni, durante i quali sviluppa uno stile molto personale, scevro da ogni stilema classico ed improntato alla descrizione di stati d’animo che s’interrogano, tramite metafore o dialoghi interiori, sul senso della vita, lo smarrimento, lo spauracchio della morte e l’amore. La poetica nasce spontanea, improvvisa, senza contesti specifici che ne stimolino l’elaborazione. È una scrittura d’impulso, molto vigorosa, che quasi erompe sulla carta di un quaderno in un giorno di casalinga clausura, sul tovagliolo del pranzo di un albergo o sul cellulare mentre viaggia sopra un bus di linea. Anche i soli titoli delle poesie aprono una prospettiva nuova. Essi già definiscono cosa si va a presentare tramite neologismi, giochi di parole e allusioni, quasi potremo dire che gli stessi titoli sono forse poesie “ristrette”. Vi è un uso quasi giocoso, sperimentale, istrionico della lingua italiana, con brevi inserimenti dell’idioma antico o dell’inglese, ma sempre sottesi ad un più serioso e magmatico turbine interiore, come a diluire o sbeffeggiare la crudezza del sentimento espresso. Dalle prime poesie, nelle quali si intravedono già i primi abbozzi di una via personale ed unica, alle ultime, nelle quali l’autore quasi si astrae estraendo un concentrato di poche parole per definire un concetto, possiamo renderci conto che Granello illogico in vaso di sabbia è il contenitore di un ventennio di elaborazioni mentali ed emotive che aprono prospettive anche per un futuro nuovo libro.