Sciaraddè libro primo - l'asino che deraglia

Giorgino Gargozza, che ha smarrito la memoria di sé, si ritrova un giorno in un turbine di vento nella piazza di un paese. Bistrattato da una serie di eventi tragicomici, scatenati dall’uso di frasi fatte e luoghi comuni, si ritrova a vivere situazioni surreali in qualità di personaggio di un romanzo, aiutato dall’eroina fallita di un altro romanzo, Adalena. Passando attraverso flashback e ricordi confusi, Giorgino comincia a sospettare la sua originaria identità pre-narrativa di persona, rubatagli dall’Autore per imbastire il romanzo Sciaraddè.
Snodandosi attraverso interfacce spazio-temporali, tra storie e piani della narrazione, il romanzo cerca di indagare in chiave comica e fantastica, le dinamiche che investono il processo di creazione dell’Autore, quando si ritrova a corto di idee e attinge a man bassa da repertori di b-novel e citazioni di testi più o meno famosi. La vena ironica del romanzo mette in risalto queste contraddizioni attraverso il reiterato tentativo da parte del narratore-protagonista di superare una patologia, la sindrome da locus communis, che provoca disastri immani materializzando gli effetti catastrofici di abusate metafore e analogie che infarciscono molto linguaggio quotidiano.