Scrivo post su facebook ma sto cercando di smettere

Scrivo post su Facebook, ma sto cercando di smettere” è un’iniezione salvifica di buon umore che ho somministrato ai miei amici e ai miei cari, per cercare di sdrammatizzare gli eventi accaduti in seguito alla pandemia per il Covid-19. La pandemia ci ha reclusi, ci ha imposto nuove regole e ci ha tolto quell’inclinazione alla convivenza sociale che caratterizza l’essere umano. Una vera e propria guerra civile che ha messo gli uni contro gli altri, spingendoci addirittura alla delazione ai danni del prossimo per puro istinto di sopravvivenza. Facebook è diventato per me un importante strumento per sconfiggere la depressione e la mancanza di confronto sociale. Nel libro racconto di una coda per il vaccino sotto un sole cocente, costretto ad ascoltare i racconti deliranti di una società che non ha più rispetto per l’autorità e per la competenza. La paura generata dall’ignoto ci ha fatto vivere il celebre mito della caverna del settimo libro della Repubblica di Platone. La realtà diventa proiezione di ciò che appare e si fa strada nelle nostre menti il più becero complottismo. I social media divengono la risposta a qualsivoglia quesito perché rappresentano verità rivelata che vogliamo ascoltare. Comicità ed umorismo hanno rappresentato per me gli ingredienti per sopravvivere alla negatività del lockdown ed ecco allora che il vaccino diviene un’avventura fantozziana, il greenpass motivo di orgoglio, e il tampone viene vissuto come un’assurda tortura in grado di farti odiare i farmacisti.