Un anello di vite

In una bella e calda giornata d’estate, Anna decide di allontanarsi un po’ dalla città. Si prende un giorno libero dal lavoro e va alla scoperta di un paese abbandonato di cui ha letto su Internet, incuriosita dalla storia del posto. La sua idea è di scattare qualche foto alle case abbandonate, ricche di un fascino misterioso, e alla campagna intorno al paese, in compagnia del suo cane, Paco. Ciò che Anna non può immaginare è la piega inattesa che prenderà la sua tranquilla passeggiata dopo l’incontro con uomo, Mario, che è nato e  vissuto lì e che si offre di accompagnarla nel suo giro. Passo dopo passo, scoprono luoghi che per Mario rappresentano i ricordi della sua infanzia e della sua giovinezza. Attraverso le sue parole, il paese riprende vita, con i suoi abitanti e gli eventi che lo hanno colpito. Ogni casa, ogni facciata avvolta dai rampicanti, un piccolo cimitero abbandonato, una grande villa, si animano ai loro passi e al suono delle parole di Mario, come fosse un set cinematografico, riportandoli indietro nel tempo e lontano nello spazio, fino ad un campo di prigionia in Germania, durante la seconda guerra mondiale.  Anna vive gli eventi come se ne facesse parte e sente la stessa emozione provata da Mario, mentre lui le parla del suo amore assoluto e romantico per Irma, bellissima ragazza piena di vita e di sogni, che una mano disperata gli ha portato via alla vigilia delle nozze. Le nozze non si sono mai celebrate nella realtà, ma nel cuore dell’uomo sì: quest’uomo porta al dito una sottile fede, un semplice tralcio di vite ricoperto d’oro.