Venti.20
«Le poesie che inaugurano il libro sono prove adolescenziali che scrissi in ungherese, poi aggiunte al libro nella sua forma definita, che traccia la storia di una donna che cresce, matura, scopre il mondo con le sue meraviglie e delusioni: dagli incanti iniziali, agli amori e dolori giovanili, fino al disincanto dell’età adulta, la vita vera. Ma mai smarrendo un senso di ammirazione gentile per le cose del mondo e delle vicende del cuore. Anche risolvendo problemi più semplici che possano dare soddisfazioni enormi, l’anima può volare.
Le ultime poesie, più incisive, per la maggior parte appartengono al mio attuale periodo in Italia. Utilizzando anche del sano cinismo, raccontando le cose come sono, dritto al punto. Magari non sempre sono piacevoli, eppure, le notti di tempesta e rabbia diventano più tranquille. I venti portano sempre cambiamenti, anche se possono fare paura».
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